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Alta tensione tra Ue e Maduro

Il Presuntuoso della settimana è il presidente del Venezuela Nicolas Maduro


Di Kevin Gerry Cafà


La scorsa settimana, il presidente venezuelano Nicolas Maduro ha deciso di espellere l'ambasciatrice dell'Ue a Caracas Isabel Brilhante Pedrosa dal Paese per via delle nuove sanzioni imposte da Bruxelles nei confronti di 11 personalità venezuelane. "Ne abbiamo abbastanza del colonialismo europeo contro il Venezuela - ha tuonato Maduro, secondo quanto si legge in una nota del governo. L'ambasciatrice Ue ha 72 ore per lasciare il Paese, ne abbiamo abbastanza dell'interventismo suprematista e del razzismo". Le personalità sanzionate, si legge in una nota diramata dall'Ue, "sono responsabili di avere agito contro il funzionamento democratico dell'Assemblea nazionale inclusa la rimozione dell'immunità parlamentare a diversi suoi membri, non ultimo il suo presidente, Juan Guaidó”. Il comunicato spiega anche che “le azioni che motivano la decisione di inserimento nell'elenco comprendono anche l'avvio di azioni penali motivate politicamente e la creazione di ostacoli a una soluzione politica e democratica alla crisi in Venezuela, nonché gravi violazioni dei diritti umani e restrizioni delle libertà fondamentali, come la libertà di stampa e di parola”“



"Condanniamo e respingiamo l'espulsione del nostro ambasciatore a Caracas e adotteremo le solite necessarie misure di reciprocità. Solo una soluzione negoziata tra venezuelani consentirà al paese di emergere dalla sua profonda crisi"

Il rapporto con la comunità europea si è compromesso da circa due anni quando gran parte dell'Europa ha riconosciuto Juan Guaidò presidente ad interim del Venezuela, incaricato di indire nuove elezioni, libere e democratiche, nel Paese. La posizione di Guaidò è cambiata negli ultimi mesi. Da quando il Venezuela non è più tra le priorità dell’agenda politica dell’amministrazione Trump - anche se il contrasto al narcoterrorismo di Nicolas Maduro e il conseguente sostegno a Juan Guaidò sono stati i punti più forti in tema di politica estera della campagna elettorale del candidato repubblicano -, si è manifestata la debolezza di Guaidò e la sua incapacità di mettere autonomamente fuori dai giochi Maduro e di conseguenza la consapevolezza della debolezza di Trump stesso, che ha riconosciuto un presidente chiaramente inadeguato.


A causa delle sue manovre politiche e di fronte a questo isolamento diplomatico in cui il Venezuela si è trovato dal gennaio dello scorso anno, Maduro si è adoperato per consolidare i rapporti con i grandi poteri extra-regionali. Pensiamo all’Iran e allo stesso Venezuela, principali produttori di greggio e soggetti alle sanzioni Usa che hanno causato un tracollo economico in entrambi i paesi. È chiaro che l'idea che il Venezuela possa importare petrolio da un altro paese, potrebbe sembrare quasi un paradosso visto che Caracas detiene le maggiori riserve di petrolio del mondo. Però a mio avviso fa parte di una strategia politica in cui entrambi i paesi prendono posizione sulla massima pressione che gli Stati Uniti esercitano sulla loro economia.


Maduro si trova nella posizione di voler affermare la sua posizione nei confronti della comunità europea. Anche se si tratta dell’ennesimo colpo inferto al popolo venezuelano, visto che le gravissime e frequenti violazioni del diritto al cibo, diritto alla salute, diritto all'istruzione, della libertà di espressione, di stampa e informazione unite ad un evidente rischio di persecuzione e discriminazione per ragioni politiche hanno messo in ginocchio il paese. In realtà, sono questi i che hanno spinto l'Unione Europea ad agire così duramente nei confronti del Venezuela. Ma forse non è la strategia giusta.





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