Di Tiziano Sestili, La storia come memoria - Policlic
Un attacco aereo condotto nella notte tra sabato e domenica a Douma,effettuato dalle truppe statunitensi ha provocato almeno 100 morti e 1000 feriti e ha creato immancabilmente una escalation nelle relazioni diplomatiche tra Stati Uniti e Russia. Mosca sostiene che sono state usate delle armi chimichecontro la popolazione. L’effetto politico voluto da Washington era quello che il regime di Putin dovesse abbandonare Bashar al Assad, il premier alawita siriano.
Tutti i governi stranieri coinvolti nella guerra siriana cercano di strumentalizzare la vicenda delle armi chimiche per difendere i propri interessi, tanto che la commissione d’inchiesta indipendente internazionale sulla Repubblica araba siriana, creata nell’agosto del 2011 dal Consiglio delle Nazioni Unite per i diritti umani, presenta ai rappresentanti della comunità internazionale numerosi rapporti sulle gravi violazioni commesse in Siria. In questi rapporti, la Commissione ha documentato l’uso di armi chimiche, formalmente vietato dalla legge internazionale, riprendendo decine di accuse rivolte non solo contro il governo siriano ma anche contro i gruppi jihadisti, i gruppi dell’opposizione armata e il gruppo Stato islamico (Is).
In questa lotta per il potere geopolitico ci si accusa a vicenda, generando un caos incontrollato ed una confusione maggiore. Attualmente le forze che appoggiano al Asad godono di maggiori benefici, dovuti soprattutto agli sforzi della Russia in ambito Onu, dove difende a spada tratta la posizione del regime siriano il quale, godendo dell’appoggio sovietico, prosegue con la sua lotta contro i ribelli, conquistando di giorno in giorno le ultime roccaforti delle FSA (Free Syrian army). La Turchia ha bombardato Afrin, per fornire una via d’uscita ai ribelli; anche qui, Iran, Russia ed Hezbollah hanno accusato l’avversario politico di aver usato armi chimiche.
In tutto ciò si è tralasciata la tragica situazione della popolazione, costretta a soffrire da una guerra civile che perdura da 13 anni, che ha provocato circa 10 milioni di profughi e che ha causato fame e devastazione.
La comunità internazionale intima agli attori in gioco di negoziare una tregua, vista la tragica situazione in cui versa la maggioranza della popolazione. Si è cercato di aprire dei corridoi umanitari tramite i quali far arrivare delle risorse di prima necessità ai ribelli, cui però la linea orientale, guidata dalla Russia si sono opposti strenuamente.
La situazione in Siria è ben lungi dall’essere risolta, poiché vi sono numerosi interessi geopolitici che si intrecciano; uno dei fondamentali è la questione curda, problema annoso e che coinvolge numerosi attori, come la Turchia e Israele. Sulla questione curda ci sarebbe molto da dire, ma non è questo l’articolo di cui ve ne posso parlare
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