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Condannare ma non sottovalutare la guerriglia di Napoli

Immagine del redattore: Kevin Gerry CafàKevin Gerry Cafà

Di Kevin Gerry Cafà


Da quando ho iniziato a lavorare su questa rubrica settimanale, mi sono reso conto che gli ultimi tre giorni della settimana sono quelli decisivi per eleggere il Presuntuoso. Come sempre, vi aspettate che sia un presidente, un ministro o un personaggio politico. Questa settimana, si è deciso di fare una piccola eccezione, poiché non posso sottovalutare ciò che è accaduto a Napoli nella notte tra venerdì e sabato. È stata, infatti, una delle serate più lunghe e dure della capitale del Sud, nell'era pandemica. Riavvolgendo il nastro fino alla settimana scorsa,, avevo criticato aspramente la decisione del governatore della Campania Vincenzo De Luca di blindare la regione fino alla fine del mese, attraverso un linguaggio che non fa bene al paese in questo preciso periodo storico. Come da tradizione, due giorni fa, è andata in scena l'ennesima esibizione da cabaret del governatore che ha deciso di indire un nuovo lockdown - non ancora definito dal governo - e che ha gettato altra benzina sulla già ardente citta di Napoli. L'aspetto interessante e a tratti divertente. possiamo ritrovarlo nella totale mancanza di comunicazione tra il governatore, il prefetto e il sindaco di Napoli Luigi De Magistris, il quale ha appreso la decisione di De Luca di chiudere tutto in Campania dal tg di una nota emittente televisiva italiana. Situazione ai limiti del tollerabile per un paese che ha come obiettivo quello di scongiurare una seconda ondata di contagi con fermezza e serietà.


Naturalmente, la decisione del governo regionale ha scatenato l'ira di centinaia di manifestanti in strada e soprattutto dei commercianti esasperati costretti a chiudere nuovamente piccole e medie attività. Da qui, è necessario sottolineare che la protesta si trasforma in guerriglia urbana, nel momento in cui la presenza di delinquenti e della loro violenza inaudita diventano protagonisti in negativo della serata. Questi episodi da condannare con fermezza, non sono l'espressione di un dissenso o dei comprensibili timori di imprenditori e lavoratori che stanno a attraversando momenti di difficoltà. Si è trattato di una guerriglia criminale. Non regge alcun tipo di confronto con le proteste pacifiche a cui abbiamo assistito a Tel Aviv o in altre piazze della città europee. Naturalmente, vicende di questa portata, gravano pesantemente sui motivi che hanno spinto quella piazza a manifestare contro il governo e il presidente della regione Campania. L'Italia non può permettersi episodi di aggressioni di donne e uomini delle forze dell'ordine. Il pericolo che le immagini della violenza che attraversa Santa Lucia possano diffondersi a macchia d'olio su altre piazza italiane, è una possibilità che la maggioranza non deve sottovalutare. La conferma della cassa integrazione, l'ulteriore mensilità del reddito di emergenza e le misure di sostegno alla filiera agroalimentare sono degli interventi che vanno esattamente in questa direzione. Si tratta di un governo che sta il facendo il possibile al fine di evitare un nuovo lockdown generalizzato, in grado di compromettere non solo gli sforzi fatti la scorsa primavera ma soprattutto i conti di un paese che non fa altro che indebitarsi continuamente.




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