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Decreto Rilancio ed emersione

Di Kevin Gerry Cafà


È stata una settimana caratterizzata dall'accordo raggiunto dalla maggioranza di governo sul Decreto Rilancio che dovrebbe sostenere e trainare la crescita del Paese già nei prossimi mesi.

Tra i vari punti riportati nel decreto, è presente la regolarizzare dei lavoratori irregolari del settore dell'agricoltura e del settore domestico. L'obiettivo dell'iniziativa è quello di far riemergere la sussistenza dei rapporti di lavoro irregolari con cittadini italiani o cittadini stranieri, su cui alcuni imprenditori agricoli e soprattutto la criminalità organizzata trovano terreno fertile. Un piccolo passo che andrebbe a limitare quella forma illegale di reclutamento e organizzazione della mano d’opera in Italia, nota alla cronaca come Caporalato. Infatti, il Decreto Rilancio prevede la necessità che il datore di lavoro provveda al pagamento di un contributo forfettario a titolo retributivo, contributivo e fiscale, in base alla validità del permesso di soggiorno di cui è in possesso il lavoratore in questione. Aspetto che ha fatto storcere il naso ad alcuni imprenditori - impegnati da anni nel settore agricolo -, i quali dovranno procedere con la regolarizzazione della manodopera di cui hanno usufruito per anni e che ha contribuito al raggiungimento di determinate soglie di profitto. Decisione che si sposa benissimo con le iniziative del governo giallo-rosso anche in materia economica di qualche mese fa, in occasione dell'introduzione dello scontrino elettronico per qualsiasi commerciante impegnato nella vendita di beni o servizi, indipendentemente dal suo volume di affari.


Permessi di soggiorno e conversione


Oltre alla possibilità di far riemergere il lavoro nero, è interessante l'aspetto legato alla possibilità per i cittadini stranieri con permesso di soggiorno scaduto dal 31 ottobre 2019, non rinnovato o convertito in altro titolo di soggiorno, di richiedere un permesso di soggiorno temporaneo - valido solo nel territorio nazionale - della durata di 6 mesi dalla presentazione della richiesta.

L'idea di affrontare la questione della regolarizzazione dei lavoratori e il fenomeno presente nei campi mirante allo sfruttamento illegale e a basso costo di manodopera agricola italiana e straniera, è un aspetto a cui va attribuito il giusto peso sociale ed economico, vista l'abitudine della politica di nascondere la polvere sotto il tappeto per evitare di affrontare il tema con tutti i rischi e le conseguenze che comporta. Da qui, è necessario sottolineare l'importanza per un cittadino straniero che esibisce un contratto di lavoro - comprovante lo svolgimento dell’attività lavorativa nei settori riportati nel decreto, di poter convertire il suo permesso di soggiorno in un permesso di soggiorno per motivi di lavoro: una delle peculiarità che ha contraddistinto la disciplina giuridica in materia di protezione internazionale e di accoglienza di cittadini di stati terzi in Italia. Naturalmente, è previsto il rigetto della richiesta di conversione del permesso di soggiorno per motivi di lavoro, in caso "di condanne negli ultimi cinque anni del datore di lavoro per reati connessi al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, reclutamento di persone da destinare alla prostituzione o allo sfruttamento della prostituzione".



Di certo, si tratta di un piccolo passo in avanti. Anche se il vero obiettivo del governo giallo-rosso era quello di applicare delle modifiche sostanziali ai decreti sicurezza formalizzati dall'ex ministro dell'interno Matteo Salvini e votati anche dal Movimento 5 stelle nel corso della precedete legislatura. Infatti, la stesura del testo del Decreto Rilancio ha creato parecchi malumori all'interno dei 5 stelle. Anche se il Movimento su temi così delicati non ha mai assunto una posizione chiara e netta agli occhi dell'opinione pubblica, optando per il solito e vecchio politichese già noto tra le mura di Palazzo Chigi. Naturalmente, l'emergenza Coronavirus limita il raggio d'azione della maggioranza di governo su argomenti che andrebbero sicuramente approfonditi già nei mesi post-pandemia.


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