Nella nostra rubrica "il Presuntuoso della settimana" fa il suo ingresso il presidente della regione Sicilia, Nello Musumeci.
Di Kevin Gerry Cafà
Nello Musumeci di mestiere fa il presidente della regione Sicilia. La promessa di renderla bellissima ha caratterizzato l'intera campagna elettorale che gli è valsa la vittoria alle precedenti elezioni regionali. Oltre alla necessità di amministrare una delle regioni che presenta parecchie difficoltà in quasi tutti i settori, il presidente ha l'obbligo di limitare al massimo l'azione incessante del nemico invisibile che si è insediato nella nostra quotidianità da circa sei mesi. Fin dall'inizio, la mission del presidente della regione era quella di evitare l'aumento della curva dei contagi che potrebbero mettere in ginocchio il sistema sanitario siciliano, il quale risulta essere nettamente inferiore per strutture, organizzazione e apparecchiature rispetto ad altre regioni italiane. Insomma, una seconda ondata di infezioni la regione siciliana non può di certo permettersela. Nelle ultime settimane, la Sicilia è tornata a fare i conti con l'aumento dei contagi da Coronavirus che derivano dalla scarsa gestione dei flussi in entrata e in uscita di migliaia di turisti italiani e stranieri, i quali hanno deciso di trascorrere le proprie vacanze nell'isola. In questa fase, il governo siciliano si trova in difficoltà e sembra incapace di poter porre un'argine ad un fenomeno sconosciuto. Molti esponenti dell'Assemblea regionale siciliana hanno chiesto al governatore di rivedere il piano di gestione del Coronavirus, a cui Musumeci ha risposto nel corso della giornata di ieri con un'ordinanza con cui "dispone lo sgombero di tutti gli Hotspot e dei Centri di accoglienza esistenti. Attivo un ponte-aereo immediatamente e si liberi la Sicilia da queste vergognose strutture, iniziando da Lampedusa". Come se bastasse rimettere in piedi il vecchio binomio "Europa-Migranti" per ottimizzare il lavoro dell'amministrazione regionale nel contenimento del virus. Ma pur di non apparire incapace di gestire un momento così delicato, Musumeci ha pensato di distogliere l'attenzione dei siciliani coinvolgendo la comunità europea e i richiedenti asilo politico arrivati nelle scorse settimane principalmente dalla Tunisia.
Il virgolettato che avete appena letto è la modalità che il presidente Musumeci ha utilizzato per emettere l'ordinanza che prevede il divieto di ingresso, transito e sosta nel territorio della Regione siciliana da parte di ogni migrante che raggiunga le coste siciliane con imbarcazioni di grandi e piccole dimensioni comprese quelle delle Ong. Naturalmente, il Viminale ha precisato che l'ordinanza del presidente Musumeci non ha alcun valore. Frase con cui il Ministero dell'interno ha sottolineato indirettamente tutta l'inadeguatezza di un presidente che dimostra delle apparenti difficoltà nella gestione dell'aumento dei contagi già da qualche settimana. Una sorta di delirio di onnipotenza da cui ne esce indebolita anche l'immagine di una discreta parte della Sicilia, poiché per alcune città l'accoglienza di richiedenti asilo politico nella loro regione non è stata solo una sfida ma anche motivo di grande orgoglio per aver permesso l'inserimento nel tessuto sociale siciliano di cittadini di stati terzi. Allo stesso tempo, è chiaro che la Sicilia viene sottoposta ad uno stress migratorio eccezionale che non si verifica in nessun'altra regione d'Italia e meriterebbe una maggiore attenzione da parte del governo centrale.
Sembra quasi banale sottolineare il fatto che quella dei migranti è una materia di competenza statale. Di conseguenza un’ordinanza regionale dunque non può incidervi. Musumeci però non si tira indietro e punta il dito verso un'altra compagine che scalda i cuori di una grossa fetta del suo elettorato: l'Unione Europea. Sappiamo le difficoltà della comunità europa nella gestione di un fenomeno di questa entità. Ma è importante sottolineare che la maggioranza del governo regionale presenta al suo interno un inquilino alquanto discutibile, quando si parla di immigrazione: la Lega di Matteo Salvini. Nulla di contrario se non fosse che proprio i rappresentanti della Lega a Bruxelles hanno remato contro quando si è trattato di riformare, in sede europea, i meccanismi di accoglienza sfavorevoli al nostro paese. La linea contraddittoria del leader della Lega Matteo Salvini è stata denunciata più volte dall'ex eurodeputata italiana Elly Schlein, poichè non ha mai partecipato alle 22 riunioni negoziali per discutere una proposta di riforma che avrebbe previsto, fra le altre cose, l’eliminazione del principio di prima accoglienza. Contesto che metterebbe in imbarazzo chiunque. Ma non il presidente Musumeci.
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