Di Federica Maganuco
Un’altra tragica giornata di sangue e distruzione in Ucraina è, purtroppo, trascorsa. Le atrocità dell’azione militare russa oggi tocca l’apice con il brutale attacco all’ospedale pediatrico di Mariupol.
Il freddo paesaggio innevato macchiato dal sangue di vittime innocenti, bambini e donne in stato di gravidanza, diversi feriti e diverse partorienti portate via dalle macerie ancora sotto shock.
Le speranza di una giornata ucraina meno cruente, dopo l’apertura di sei corridoi umanitari, spazzata via dal tuono delle bombe.
E’ chiara, chiarissima la violazione del diritto umanitario e nella specie, in relazione al drammatico evento di oggi che si va ad aggiungere a quelli delle giornate scorse, la violazione della Convenzione di Ginevra per la protezione delle persone civili in tempo di guerra.
Ed è proprio l’art. 18 della Convenzione appena citata a prevedere che “Gli ospedali civili organizzati per prestare cure ai feriti, ai malati, agli infermi e alle puerpere non potranno, in nessuna circostanza, essere fatti segno ad attacchi; essi saranno, in qualsiasi tempo, rispettati e protetti dalle Parti in conflitto”.
La violazione grave, gravissima c’è stata e vi è il fondato timore che ce ne saranno altrettante nei prossimi giorni.
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