Di Kevin Gerry Cafà
Michael #Bloomberg è stato chiaro: "Tutto pur di diventare presidente degli Stati Uniti e battere Donald Trump". Infatti, per la sua campagna per le primarie del Partito Democratico non ha badato a spese.
Stando a quanto riferito dalla #Nbc, pare che il miliardario americano stia spendendo circa 7 milioni di dollari al giorno. Lo scorso mese Bloomberg ha sborsato 220 milioni di dollari, corrispondenti a 5000 dollari al minuto: otto dei quali sono stati spesi solo per pagare lo staff.
L'ingresso tardivo di Bloomberg nella gara per la nomination del 2020 e la sua immagine da plurimiliardario sono stati accolti con profondo scetticismo dagli elettori americani.A questo scarso appeal con gli elettori, si aggiunge l'incapacità del magnate di fronteggiare le accuse che gli avversari gli rivolgono. In particolare, le critiche della rivale Elizabeth #Warren sul cosiddetto redlining, ovvero una pratica abitativa discriminatoria per la quale interi quartieri a maggioranza afroamericana sono stati ritenuti inadatti per mutui e altri prestiti, non è di certo passata in osservato.Senza dimenticare il famigerato stop-and-frisk "ferma-e-perquisisci" nei confronti degli afroamericani e ispanici residenti in alcune zone ad alto tasso di criminalità.
Nel corso dell'inaugurazione del suo gruppo "Mike for Black America", Bloomberg ha affrontato la questione razziale in alcune tappe della sua campagna elettorale in Carolina del Nord e in Texas, porgendo le scuse per le sue opinioni nella valutazione delle politiche razziali.Sara sufficiente? Non sappiamo se iniziative di questo tipo possano ripulire l'immagine di Bloomberg a pochi giorni dal Super Tuesday, in cui va al voto il maggior numero di Stati.
Di certo, per Mike la strada è ancora lunga.
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