Di Kevin Gerry Cafà
Dall'incontro di ieri tra il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan ed i leader delle istituzioni Ue - pianificato dal lavoro svolto nei giorni scorsi dal presidente del Consiglio europeo, Charles Michel -, non c'era di certo da aspettarsi un nuovo accordo sui migranti o lo stanziamento di nuovi fondi da parte dell'Ue.
Si è trattato piuttosto della possibilità di riaprire il dialogo politico fermo da tempo, cercando di allentare le tensioni delle ultime settimane.La condizione necessaria affinché questo incontro potesse avvenire, era che Erdoğan chiudesse la frontiera turco-greca ai profughi e migranti, come di fatto è avvenuto.Naufragata sul nascere l'ipotesi dello stanziamento di ulteriori 500 milioni di euro della comunità europea alla Turchia.
Sicuramente, l'incontro di ieri ha aperto un nuovo capitolo nella cooperazione tra la Turchia e l’Unione europea, con il quale la comunità europea ha riconosciuto ad Ankara un ruolo chiave nella soluzione della cosiddetta crisi dei rifugiati.Il Presidente del Consiglio europeo Michel ha affermato che nei prossimi giorni il massimo diplomatico dell'UE, Josep Borrell, lavorerà con il ministro degli esteri turco Mevlüt Çavuşoğlu, al fine di verificare l'attuazione dell'accordo da entrambe le parti.
Erdoğan ha avuto parole dure per il governo greco del primo ministro Kyriakos Mitsotakis, che ha già ricevuto 700 milioni di euro da Bruxelles per proteggere i suoi confini e far fronte alla marcia dei profughi vero la Grecia.Vedremo nelle prossime settimane, quale atteggiamento assumerà la comunità europea nei confronti della Turchia, considerando la fragile tregua ad Idlib.
Per il momento, è stato chiesto alla Turchia di rispettare i termini dell'accordo del marzo 2016.
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