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IRINI è un banco di prova per la comunità internazionale

Di Kevin Gerry Cafà

L'operazione europea nel Mediterraneo centromeridionale denominata "IRINI", è uno dei tanti test per la Commissione europea guidata da Ursula Von der Leyen.

Come sappiamo, l'operazione IRINI è il risultato dell'impegno, assunto dai leader dell'UE alla conferenza di Berlino dello scorso 19 gennaio, al fine di assicurare azioni urgenti e concrete per contribuire alla pace e alla stabilità in Libia.

Già, perchè l’attivismo di Russia e Turchia in Libia ha messo in riga le ambizioni di un grosso numero di paesi, desiderosi di ritagliarsi delle aree di influenza su un territorio diventato una polveriera negli ultimi anni, rendendo inevitabile un'intervento di portata europea. È chiaro che il ruolo secondario svolto dall’Ue, vera assente della partita libica, affidando la gestione di una crisi politica di questa portata alla politica estera di due paesi: Italia e Francia.


La Conferenza di Berlino sulla Libia ha riunito tutti i Paesi Ue ed extra Ue, i quali hanno dato il loro placet per l'applicazione dell'embargo sulle armi imposto dall'ONU nei confronti della Libia, contribuendo in tal modo al processo di pace nel paese.

L'obiettivo dell'operazione IRINI riguarderà la raccolta delle

informazioni sulle esportazioni illecite dalla Libia di petrolio, l'azione delle guardia costiera e della marina libiche nei compiti di contrasto in mare e lo smantellamento del modello di attività delle reti di traffico e tratta di esseri umani attraverso la raccolta di informazioni e il pattugliamento con mezzi aerei.


Tra gli obiettivi che l'operazioni mira a raggiungere, preoccupa la tenuta dell'embargo sulle armi e della tregua tra le forze del presidente del Governo di Accordo Nazionale (GNA) Fayez Al Serraj ed il leader dell’Esercito Nazionale Libico (LNA) generale Khalifa Haftar. Senza sottovalutare il ruolo che la Turchia di Erdogan gioca in Libia, in virtù del Memorandum d'intesa stipulato con il governo di Tripoli: l’unica entità statale libica riconosciuta dalla comunità internazionale.

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