Di Mauro Spina
Dopo le prime tre chiame terminate con un nulla di fatto, credo sia possibile per chi osserva la scena politica dall'esterno, trovare una ignominia, questa situazione. Certamente la situazione di stallo è determinata da una destra incapace di presentarsi al gioco del Quirinale.
Per usare una metafora sportiva, cercano di bluffare con le carte rivolte agli avversari. Salvini arranca, mentre Giorgia Meloni da prove di leadership (come se fosse stato necessario) portando in borsa 115 voti per Crosetto. Intanto nel centro sinistra si attende, nascondendosi dietro il velo del candidato super partes.
Ma resta indubbia l'immagine di un Parlamento che era ben al corrente della rinuncia di Mattarella a intraprendere un nuovo mandato. Eppure si è arrivati con una crisi serissima alle porte della Nato, a votare Terence Hill, Amadeus e Rocco Siffredi.
Probabilmente, neanche oggi si farà il presidente di tutti. La destra rischia di bruciare la Casellati mentre Cassese viene tentato in gran segreto (e invece!) da un Salvini che non sa mai incassare. Sbaglia i tempi, sempre. Dall'altro lato del campo potrebbe spuntare tra stasera e domani il nome del laissez faire italiano: Casini.
Oggi la sinistra potrebbe provare a fare leva su un candidato a sorpresa. Ma è una ipotesi. Ciò che conta è altro. Mentre un altro operaio ieri è morto sul lavoro, in Italia si perde tempo, si contano con l'abaco amici e nemici.
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