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L'accordo franco-tedesco sul Recovery Fund

Di Kevin Gerry Cafà


La strategia che dovrebbe combinare le iniziative europee a breve, medio e lungo termine, tenendo conto delle ricadute e delle interconnessioni tra le economie europee e la necessità di preservare la fiducia e la stabilità dei mercati, passa per l'impegno e l'accordo tra gli stati membri che mai come oggi risulta alquanto difficile. La linea intrapresa da Merkel e Macron - quasi sempre in disaccordo sulla strategia da seguire per fare fronte all'emergenza economica generata dal Covid-19-, mira a presentare alla Commissione europea un piano per la costituzione del Recovery fund: il fondo per la ripresa che verrà presentato il prossimo 27 maggio a Bruxelles.


La Germania converge sulla proposta francese


Il documento franco-tedesco ha le sembianze di un compromesso. Prevede la creazione di un Recovery Fund da 500 miliardi ancorato al bilancio europeo che dovrebbe essere a fondo perduto. La decisione della cancelliera tedesca di convergere sulla proposta francese ha un duplice valore: da un lato, la possibilità per i paesi maggiormente colpiti di poter contare sull'appoggio tedesco in una fase cruciale per la ripresa economica di ogni singolo stato membro; dall'altro, la cancelliera tedesca sa benissimo che solo da un'Europa unita e in grado di poter fronteggiare il post-Coronavirus, la Germania potrà trarre vantaggio in termini economici, custodire il prezioso status di Locomotiva d'Europa e rinsaldare il valore della solidarietà tra gli stati europei. Il piano franco-tedesco trova però la resistenza di Austria, Danimarca, Olanda e Svezia, secondo cui il sostegno dell'Unione europea deve concretizzarsi in prestiti, non aiuti.

Oltre all'intransigenza di questi paesi, a tenere banco sono le dimensioni del fondo, 500 miliardi appunto, nettamente inferiori rispetto alla consistenza richiesta dai paesi del Sud, che spingono per la costituzione di un fondo di almeno 1.000 miliardi per finanziare la ripresa sulla base di trasferimenti diretti ai paesi più colpiti dalla pandemia.


La presidente della Bce, Christine Lagarde, ha promosso il piano di Francia e Germania sul Recovery Fund europeo, che apre la strada a un'emissione di debito a lungo termine effettuata dalla Commissione europea e soprattutto permettono di attribuire aiuti diretti importanti a favore degli Stati più colpiti dalla crisi. Infatti, il piano franco-tedesco introdurrebbe anche una prima forma di emissione e condivisione del debito, finanziato con il bilancio europeo ma su chiaro impegno degli Stati membri ad applicare politiche economiche "sane e un'ambiziosa agenda di riforme". Quest'ultimo aspetto, ha rievocato lo spettro delle condizionalità cui rimane qualche dubbio, visto che la Commissione europea potrebbe decidere di estendere il suo ruolo di sorveglianza per l'uso del Mes da parte degli stati anche per l'utilizzo del Recovery Fund.







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