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L'importanza dello EU-Turkey Joint Action Plan

Aggiornamento: 28 mag 2020

Di Kevin Gerry Cafà


La storia europea dice che l’UE ha sempre attribuito una notevole importanza ai partenariati e alla possibilità di cooperare con altri paesi per la risoluzione di particolari dinamiche politiche. In parecchie occasioni, i partenariati hanno portato all'adozione di una serie di accordi capaci di regolare materie che necessitano del supporto di alcuni attori internazionali.


Nonostante il 2015 sia stato un anno difficile per il paese, in virtù dei due attentati terroristici rivendicati dall’Isis, il 15 ottobre dello stesso anno, i capi di Stato e di governo dei 28 Stati membri dell'UE decisero di approvare l'accordo e di accogliere con favore il piano d'azione comune. Il Piano d'azione identificava una serie di azioni collaborative, che viste le circostanze, dovevano essere attuate urgentemente dall'Unione europea e dalla Repubblica di Turchia allo scopo di affrontare le sfide comuni in maniera concertata.


Un aspetto che ci tengo a sottolineare è che il ruolo di primo ministro turco fosse ricoperto da una figura come quella di #Davutoğlu era un grosso segnale per l’#UE anche in sede di negoziato dell’accordo. L’ex ministro degli Esteri turco, si era esposto parecchio nei confronti della comunità europea, pretendendo che oltre alla questione migranti, durante il meeting si parlasse anche dell’adesione della #Turchia all’UE.


Sulla base di tali presupposti, vengono delineati i punti principali che formeranno oggetto della successiva Dichiarazione del 18 Marzo 2016 :

a. il ritorno di tutti i nuovi migranti irregolari che hanno compiuto la traversata dalla Turchia alle isole greche; b. il reinsediamento, per ogni siriano che la Turchia riammette dalle isole greche, di un altro siriano dalla Turchia all’UE; c. l’impegno da parte della Turchia ad adottare qualsiasi misura necessaria per evitare nuove rotte marittime o terrestri di migrazioni irregolari verso l’UE, e a collaborare con la stessa UE e con i Paesi vicini a tale scopo; d. l’accelerazione dell’attuazione della tabella di marcia per la liberalizzazione dei visti; e. l’accelerazione dell’erogazione dei 3 miliardi di euro previsti nell’ambito dello Strumento per i rifugiati in Turchia; f. la previsione di una collaborazione tra UE e Turchia per migliorare la situazione umanitaria in Siria; g. l’apertura di nuovi capitoli dei negoziati di adesione della Turchia all’Unione Europea.


L’UE pagò un tributo molto alto in termini di condizioni offerte ad

Ankara per la gestione dell’accordo. Non solo l’erogazione condizionata di 6 miliardi di euro ma anche il riconoscimento di “paese di primo asilo” e di “paese terzo sicuro”, la concessione di visti ai cittadini turchi che intendono recarsi nei paesi UE e la riapertura del negoziato per l’adesione.

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