La maggior parte delle testate giornalistiche internazionali hanno riportato la notizia sulla presunta scomparsa del leader della Corea del Nord Kim Jong-un, la cui ultima apparizione risale allo scorso 11 aprile durante una riunione del Partito dei Lavoratori. Secondo l'intelligence americana, Kim Jong-un sarebbe in grave pericolo di vita, per via di un intervento cardiovascolare a cui si è sottoposto qualche settimana fa. Inoltre,i media internazionali hanno rilanciato l'enigma del treno personale del dittatore posto a ridosso della località balneare di Wonsan: città in cui Kim ha trascorso una buona parte della sua infanzia. In merito allo stato di salute di Kim Jong.un, il ministro sudcoreano per l’Unificazione Kim Yeon-chul ha spiegato che il leader nordcoreano sta bene e si è messo al riparo per evitare il contagio da CoVid-19. Dichiarazioni che non sono servite ad allentare i dubbi sullo stato di salute del dittatore.
La vicenda di Kim Jong-un non è l'unica incognita ad aleggiare sulla Corea del Nord. Infatti, mentre si sfiora il milione e mezzo di contagi nel mondo, la Corea del Nord sembra essere totalmente estranea alla pandemia causata dal Coronavirus. In diverse occasioni, il personale sanitario di Pyongyang ha rispedito al mittente le accuse sull'attendibilità del contagio zero nel paese ponendo l'accento sulla tempestività con la quale il regime ha applicato le misure restrittive per impedire l'arrivo del virus in Corea del Nord. Lo scetticismo della comunità scientifica è motivato dai casi di malnutrizione dilaganti nel paese e da un sistema sanitario inefficiente: contesto in cui il Coronavirus troverebbe terreno fertile per la sua diffusione. Già lo scorso 2017, uno studio delle Nazioni Unite aveva evidenziato l'aumento della malnutrizione in Corea del Nord, sostenendo che quasi 18 milioni di persone, tra cui 1,3 milioni di bambini sotto i cinque anni, risultavano malnutriti a causa delle scarse razioni di cibo distribuite dal regime di Pyongyang.