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La peggior campagna elettorale. Ma potrebbe non essere l'unica.

Di Kevin Gerry Cafà


È stata sicuramente la peggior campagna elettorale della storia repubblicana.

Nessun riferimento ai politici come meri protagonisti delle iniziative elettorali. Quanto piuttosto alla costruzione di coalizioni sgangherate e l'egocentrismo di figure vogliose di capitalizzare il più possibile l'appeal costruito anche durante la pandemia causata dal #Covid19.

Sembra quasi banale dirlo ma la polarizzazione del voto anche stavolta farà la differenza nelle percentuali di voto acquisite dai singoli partiti.

Classi dirigenti talmente scadenti da non pianificare e proporre una legge elettorale in grado di garantire governabilità al Paese, dando per scontato che questo sistema sia quello giusto. Temi fondamentali per la collettività vengono puntualmente confezionati dai partiti e proposti con un pessimo linguaggio da social media. Abbiamo riscoperto partiti che con una manciata di voti riescono ad essere l'ago della bilancia, oscillando da destra verso sinistra, a causa del profondo desiderio di avere una comoda poltroncina e di una soglia di sbarramento troppo bassa.

È tempo di rendere la legge elettorale adatta al Paese, alzare la soglia di sbarramento e passare ad un sistema maggioritario.

Non me ne voglia il caro Maestro Sartori ma le minoranze politiche sono prive di contenuti e troppo spesso fanno parte di maggioranze con la quale tradiscono ciò per cui hanno lottato per anni. Compresa la loro tutela.

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