L'attivismo e l'eccessiva intraprendenza della Turchia nel Mediterraneo ha alimentato nella Francia di Macron una sorta di nostalgia per una delle aree maggiormente contese e alla ricerca di stabilità. Riportare la Francia nel Mediterraneo e nel Golfo sembra essere diventato una sorta di dogma della politica estera francese. Da qui, nasce il sostegno e i messaggi di fratellanza per il Libano dopo la terrificante duplice esplosione al porto di Beirut. Un sfida che Macron ha deciso di accettare per dare un forte segnale al paese e rivedere la sua scarsa intraprendenza che ha contraddistinto la sua legislatura. Nell'ultima settimana, Macron ha visitato Beirut per ben due volte: una mossa indirizzata a promuovere le riforme nel paese colpito da una profonda crisi politica ed economica. L'accordo per Beirut - ribattezzato da molti media internazionali - mira a trovare consenso sulle riforme e sulla necessità di porre fine a decenni di corruzione e cattiva gestione che hanno devastato il paese. L'inquilino dell'Eliseo si è impegnato a tenere una conferenza sugli aiuti per il Libano, che però potrebbe avere un valore politico estremamente importante e in grado di alterare l'attuale configurazione del sistema delle relazioni del quadrante mediorientale.
Tutto ruota attorno alla possibilità che Macron decida di incontrare il segretario generale di Hezbollah, Hassan Nasrallah, il quale ha aperto alla proposta di Macron per stringere un nuovo patto politico per il Libano. «Durante la sua ultima visita in Libano, abbiamo sentito un appello del presidente francese per un nuovo patto politico in Libano» e «oggi siamo aperti a una discussione costruttiva al riguardo», ha detto in un discorso lo stesso Nasrallah ai media locali. Aspetto che andrebbe a ledere il rapporto con lo Stato di Israele. Benjamin Netanyahu attende gli sviluppi della questione libanese e l'eventuale incontro di Macron con Nasrallah, anche se ha già fatto sapere che irriterà moltissimo Israele qualora il presidente francese dovesse includere Hezbollah nel patto politico per il paese. In realtà, ad oggi, risulta essere impossibile l'esclusione di Hezbollah poiché esso rappresenta una realtà in continua evoluzione, ancora non definitivamente esplorata e fondamentale per gli equilibri geopolitici del Medio Oriente. Oltre a ciò va considerato il fatto che Hezbollah in quanto associato indissolubilmente e non a torto alla Repubblica Islamica dell‟Iran, apre un dibattito sulla possibilità che il patto politico per il Libano che ha in mente Macron possa essere la risposta al tentativo di Trump e Netanyahu di isolare Teheran in Medio Oriente con gli Accordi di Abramo.
Inoltre, Macron ha sottolineato che i prossimi tre mesi saranno cruciali per le riforme, ma che non è suo compito né sua intenzione interferire nella politica libanese. Resta da vedere come l'Influenza sua influenza potrebbe influire sull'influenza nella regione: già in fibrillazione per la possibilità che altri paesi arabi possano seguire le orme degli Emirati Arabi Uniti. Mesi da cui passa inevitabilmente la riconferma di Donald Trump alla Casa Bianca e la vittoria di Biden che potrebbe ribaltare una discreta parte della politica estera americana. Questo Macron lo sa.
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