Di Matteo Piovacari
Lo scorso 15 Marzo, il Ministro agli Affari Esteri Luigi Di Maio ha annunciato l’arrivo di cinque milioni di mascherine e 20 tonnellate di dispositivi medici prodotti da aziende cinesi e diretti ad aiutare l’Italia nell’affrontare la crisi epidemica legata al Covid-19. L’accordo è giunto dopo che il governo cinese ha esercitato ‘pressioni’ sulle aziende produttrici affinché queste dessero priorità alle necessità italiane, “in segno di profondo ringraziamento verso l'Italia che ha aiutato il Paese (Cina) nel momento del bisogno”. Subito, Di Maio ha parlato di “amicizia e solidarietà”, aggiungendo che l’Italia si ricorderà “di tutti i Paesi che ci sono stati vicini in questo momento”, Cina fra questi. Il gesto, all’apparenza innocuo, va però contestualizzato sul piano della politica estera della potenza asiatica.
Da quando il presidente Xi Jinping è salito al potere, Pechino ha portato avanti una strategia geopolitica “neoimperialista”, puntando a affermare aree di influenza politico-economica attraverso la costruzione di una fitta rete di alleanze. Dal 2013, il governo ha ufficialmente lanciato la Belt and Road Initiative (BRI), un massiccio piano d’investimenti dal valore di circa 8mila miliardi di dollari, volto ad espandere le capacità commerciali cinesi. In particolare, la BRI ha mostrato l’abilità di Pechino nel trasformare risorse economiche in influenza geopolitica sui Paesi interessati, attraverso il finanziamento di infrastrutture chiave o offrendo opportunità economiche vantaggiose. In questo quadro, è chiaro che Pechino guardi con grande interesse all’Italia come partner commerciale e strategico.
Il 23 Marzo 2019 l’Italia è diventata il primo Paese dell’Ue a siglare un memorandum d’intesa con la Cina. Nell’occasione, il governo di Giuseppe Conte si è espresso a favore della BRI, gettando le fondamenta per maggiori interazioni fra Roma e Pechino. Certamente, la reputazione del colosso asiatico rappresenta un possibile ostacolo in questo processo. La Cina, infatti, non gode di buona fama nel mondo Occidentale, legato ideologicamente a valori di stampo liberale che la Cina non condivide. Questa infatti è accusata di illiberalismo e frequenti violazioni dei diritti umani. Il recente invio di materiale medico-sanitario potrebbe non essere avvenuto per caso ma invece trattarsi di un piccolo tassello della più ampia e variegata strategia neoimperialista cinese. Questo gesto di “solidarietà internazionale” dovrebbe portare un’analisi in grado di andare oltre la superfice di presunta bontà del governo cinese. Nell’arena geopolitica, infatti, ogni Paese punta sostanzialmente a favorire i propri interessi e la solidarietà fra Stati non viene quasi mai senza ragioni strumentali che la motivino. Una ragione per l’azione cinese potrebbe essere rintracciata nella volontà di Pechino di modificare l’immagine che l’opinione pubblica italiana ha della stessa Cina. La manovra del colosso asiatico di mandare aiuti medici all’Italia cambia volto se si considera quindi un più ampio quadro economico-politico, trasformandosi in una mossa strategica ben mirata.
La Cina potrebbe star tentando di proiettare benevolenza e magnanimità per cercare di spostare l’immaginario comune italiano verso una maggior accettazione del partner cinese, mascherando le contraddizioni interne dello stesso, e quindi puntando a rafforzare la legittimità di future trattative diplomatiche fra Roma e Pechino, sia a livello della classe di governo ma soprattutto agli occhi della popolazione civile. Una volta che la crisi provocata dal Covid-19 si sarà esaurita, è possibile che l’opinione pubblica italiana, memore di quanto successo in questi giorni, sia più propensa ad appoggiare le iniziative di governo nello sviluppo di relazioni politico-economiche con la Cina, seppur le materiali condizioni del regime di Xi non saranno di certo mutate. Ciò che sarà invece mutata è la percezione del gigante cinese, che potrà far leva sul proprio potere economico ed un’immagine sempre più “ripulita” per trovare maggiore legittimità nell’elettorato italiano. Un piccolo contributo economico come gli aiuti medici ha quindi il potenziale di portare un notevole vantaggio al governo cinese. Solidarietà o meno, è chiaro che la Cina ha una strategia geopolitica ben chiara, e l’Italia rappresenta una pedina fondamentale nello scacchiere di Pechino.
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