Di Kevin Gerry Cafà
Nella regione di Mosca questa notte è morta sul colpo, a seguito di una violenta esplosione dell’auto in cui si trovava, Darya Dugin, figlia di quello che è considerato l’ideologo del capo del Cremlino.
Un’esplosione che ha destato sin da subito qualche sospetto. Infatti, secondo le primissime indiscrezioni non si tratterebbe di un “normale” incidente, bensì di un attentato che presumibilmente aveva come bersaglio proprio il politologo e filosofo di Putin.
Le autorità russe hanno subito aperto un’inchiesta per omicidio. Secondo gli inquirenti si tratterebbe di un crimine su commissione, considerato che sulla Toyota Land Cruise coinvolta nell’evento sarebbe stato rinvenuto un ordigno esplosivo.
Ed allora, le reazioni degli esponenti russi non hanno tardato a manifestarsi: da un lato il capo dell'autoproclamata Repubblica popolare di Donetsk, Denis Pushilin, ha puntato subito il dito contro i "terroristi ucraini"; d’altra parte la portavoce del ministro degli esteri di Mosca, Maria Zakharova, ha commentato l’accaduto sul suo canale Telegram dichiarando che "Se la pista ucraina dietro l'omicidio della giornalista russa Darya Dugin verrà confermata dagli inquirenti, allora si tratterà di terrorismo di Stato da parte di Kiev", invitando al contempo comunque tutti ad essere cauti e ad attendere i risultati delle indagini.
“L'Ucraina, ovviamente, non ha nulla a che vedere con l'attentato. Perché non siamo uno Stato criminale, come la Federazione Russa. E, ancora di più, non siamo uno Stato terrorista”: Mykhailo Podolyak, consigliere del presidente ucraino Zelensky, come riporta Ukrainska Pravda, ha respinto le accuse su un possibile coinvolgimento di Kiev nella morte della giornalista e commentatrice politica Dugin.
La vittima, 30 anni, era stata già sanzionata più volte da diversi governi internazionali per le sue idee “estremamente estremiste”. Sostenitrice del Movimento euroasiatico guidato dal padre, analista geopolitica e anchor woman del canale televisivo dell’oligarca Malofeev, lo scorso 4 giugno Darya Dugin fu inclusa nella lista delle persone sanzionate dal governo del Regno Unito (tra cui ricordiamo anche il magnate Abramovic), per aver espresso appoggio o promosso politiche favorevoli all’attacco russo in Ucraina.
Figurava al numero 244 dell’elenco delle 1.331 persone fisiche sanzionate, quale «autore di alto profilo della disinformazione circa l’Ucraina e riguardo all’invasione russa dell’Ucraina su varie piattaforme online», nonché responsabile per il supporto e la promozione di politiche o iniziative di destabilizzazione dell’Ucraina per comprometterne o minacciarne «l’integrità territoriale, la sovranità e l’indipendenza».
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