Il Presuntuoso della settimana è il cancelliere austriaco Sebastian Kurz
Di Kevin Gerry Cafà
Un anno fa, in pieno lockdown, si è discusso parecchio sulla decisione dei paesi del nord Europa di rispolverare la buona vecchia gerarchie dei paesi membri della Comunità europea. L'iniziativa ha origini non molte antiche e si basa sulla supremazia dei paesi considerati "ricchi" - quelli con i conti apposto sostanzialmente - sui paesi con cattivi economie. Principio contrario a qualsiasi idea di Europa unita. Pensiamo alla dura presa di posizione del primo ministro olandese Mark Rutte, circa la possibilità di proporre i Coronabond lo scorso anno alla Commissione europea come soluzione alle difficoltà economiche e finanziarie causate dalla diffusione del Covid-19, alla quale si è aggiunto il rifiuto dell'Olanda di condividere il debito europeo. Uno scossone che ha fatto tremare l'Europa Unita per diverse settimane.
Lo stesso copione si è ripetuto durante la discussione nel corso del Consiglio Europeo sulla distribuzione delle dosi vaccino anti Covid che arriveranno nel secondo trimestre. In questa occasione, ha fatto discutere la richiesta del cancelliere austriaco Kurz che chiedeva un cambiamento nel modo di collocare le dosi, definendo definendo Bruxelles un bazar, in cui le dosi di Pfizer-Biontech e AstraZeneca si spartirebbero sottobanco. Il cancelliere austriaco ha espresso il desiderio che l'Austria ricevesse una quantità maggiore di quelle dosi, per colmare la presunta minore assegnazione delle dosi nel prima fase di distribuzione. A calmare le mire espansionistiche di Kurz, ci ha pensato il premier italiano Mario Draghi con il sostegno della Comunità europea, ribadendo al cancelliere che non otterrà una sola dose in più di quelle che spettano all'Austria in base alla chiave di distribuzione pro quota. Una breve anticipazione di quello che potrebbe accadere già questa settimana nel corso del vertice europeo, quando Draghi e Kurz si ritroveranno allo stesso tavolo seppur virtuale: appuntamento ideale anche per porre fine al principio ambiguo della supremazia di uno stato su un altro in Europa creato dai paesi del nord Europa.
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