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Pieni poteri

Il Presuntuoso della settimana è Viktor Orbán


Di Kevin Gerry Cafà


Da circa una settimana, Viktor Orbán governa l'Ungheria con i pieni poteri messi gentilmente a disposizione dal una legge approvata con il voto dei deputati di Fidesz - il partito di maggioranza sovranista guidato da Orban - e alcuni deputati dell'ala estremista della destra ungherese.

L'idea di Orbán di fronteggiare l'emergenza Coronavirus con misure e poteri eccezionali, coincide perfettamente con il suo desiderio di ottenere i pieni poteri, senza specificare alcun limite temporale. In altre parole, il premer ungherese potrà governare indisturbato fino a quando vorrà con la possibilità abrogare leggi votate dal parlamento. Insomma, un piano che si fa fatica a non definire come Colpo di stato.



A tratti, la manovra di Orbán è stata tale da destare meraviglia, stupore e curiosità nell'opinione pubblica italiana. Come se non conoscesse il vero volto del premier di un paese che ha contribuito a far inceppare il meccanismo europeo di equa distribuzione dei migranti previsto dal Trattato di Dublino, a causa dell’opposizione del suo governo e dei paesi del blocco di Visegrád. Si tratta dello stesso Viktor Orbán che vede l'Europa come un fondo da saccheggiare senza assumersi gli obblighi derivanti dai trattati. E' chiaro che una volta terminata la pandemia, Budapest tornerà al centro dell'agenda politica dell'Ue e del dibattito europeo.


I partiti di opposizione ungherese hanno cercato di inserire nel testo della legge che assegna i pieni poteri al premier, una limitazione temporale di circa 90 giorni, ma Orbán ha rifiutato, inimicandosi un bel gruppetto di leader europei ed esponenti di altri paesi. Tranne uno: Matteo Salvini, fedele alleato di un paese con un grave deficit democratico e che non accetta la quota di migranti. Bell'amico.

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