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Storia di un regime durato fin troppo

Il Presuntuoso della settimana è il primo ministro bielorusso Alexander Lukashenko

Di Kevin Gerry Cafà


La scorsa settimana abbiamo assistito ad un forte pressing europeo sul premier bielorusso Alexander Lukashenko, per via della sua iniziativa di dirottare su Minsk un aereo di linea Ryanair e arrestare il giornalista Roman Protasevich. Scene da regime politico che ci ha riportati indietro di diversi anni. Molti analisti non si sono stupiti più di tanto dell'accaduto, visto che Alexander Lukashenko è al potere dal 1994 ed è fermamente convito che la Bielorussia sia qualcosa di sua proprietà: un paese in cui non c'è spazio per il dissenso, le opposizioni, ma solo le intimidazioni e gli arresti nei confronti di attivisti e giornalisti che osano opporsi ad uno dei regimi più longevi della storia. L'azione di Lukashenko ha animato la protesta del popolo bielorusso e dell'Occidente, poiché stanchi di dover fare i conti con una personalità come il premier bielorusso. L'Unione Europea ha deciso di intraprendere la via delle sanzioni verso il regime, cercando di indebolire la leadership di Lukashenko, il quale ha parzialmente riscosso il sostegno del presidente della Federazione russa Vladimir Putin. Tra qualche settimana, Lukashenko dovrà fare i conti con la forte condanna di Bruxelles. Infatti, il presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen ha annunciato il congelamento di un pacchetto di aiuti da 3 miliardi di euro per quando la Bielorussa diverrà democratica. Insomma, tempi duri per Lukashenko. Peccato che a farne le spese sarà soprattutto il popolo bielorusso.

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