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Un Consiglio europeo dall'esito incerto

Di Kevin Gerry Cafà Si è detto e scritto molto sulle proposte che il Consiglio europeo dovrà valutare nel corso della giornata di oggi. Di certo, non sarà sfuggito il modo in cui la comunità europea si presenta ad un appuntamento così importante: due gruppi di paesi membri divisi sulla mutualizzazione del debito che ai tempi del Coronavirus equivale al concetto di solidarietà fissato dai padri fondatori.

Solo che stavolta non verrà creata la comunità europea ma si deciderà il suo futuro.

Sono state settimane di riflessione per le diplomazie europee. Per il momento, oltre alla valutazione delle proposte emerse dall'Eurogruppo di qualche giorno fa, il vertice di oggi che riunisce i capi di Stato o di governo dei 27 Stati membri dell'UE, il presidente del Consiglio europeo e il presidente della Commissione europea, dovrà esprimersi su due proposte discusse alla vigilia del summit. La proposta avanzata dalla Commissione Europea - spalleggiata dalla cancelliera tedesca Angela Merkel - prevede la creazione di un fondo per la ripresa finanziato da maggiori contributi di ciascuno stato al bilancio dell’Unione Europea, al fine di emettere titoli e ottenere fondi sui mercati da prestare ai paesi maggiormente colpiti dalla pandemia. L'iniziativa del presidente Von der leyen si scontra con la proposta del premier spagnolo Pedro Sanchez, il quale ha ottenuto il placet di Francia e Italia. Si tratta di un Recovery fund da circa 1.500 miliardi di euro finanziato attraverso debito perpetuo dei Paesi dell'Ue. In sostanza, un titolo di stato privo di scadenza che verrà assegnato tramite trasferimenti tra i Paesi maggiormente colpiti dalla crisi e non come debito. La Spagna spera che l’Unione Europea possa accettare la proposta di debito perpetuo per emettere dei titoli comunitari, senza chiedere la restituzione ai paesi.


Il Consiglio europeo dovrà esprimersi anche sulla nuova linea di credito emersa dall'Eurogruppo: il Mes, a cui i paesi membri potrebbero attingere fino al 2% del Pil senza ricorrere ad un programma di rigorose correzioni macroeconomiche previste da questo strumento di assistenza finanziaria. Le parole del presidente dell'Eurogruppo Mario Centeno hanno scongiurano l'applicazione delle specifiche condizionalità previste dal Meccanismo europeo di stabilità, invogliando i paesi membri ad utilizzare il Mes. Per l'Italia si tratta di altri 35/37 miliardi disponibili entro due settimane fino alla fine dell'emergenza per sostenere il finanziamento interno dell'assistenza sanitaria diretta e indiretta, compresi i costi relativi alla cura e alla prevenzione dovuti alla crisi COVID-19. Molto dipenderà dalla posizione dell'Italia e del premier Giuseppe Conte, il quale ha dimostrato di essere interessato al Mes purché non abbia le restrizioni previste dal Trattato, su cui la Spagna e altri paesi potrebbero convergere nel corso del vertice. Ma la priorità rimane la creazione del Recovery Fund, mirato e commisurato ai costi straordinari dell'attuale crisi che contribuirebbe a diffonderli nel tempo attraverso finanziamenti adeguati.

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