Di Federica Maganuco
Un nuovo giallo sullo sfondo della guerra russo-ucraina
Clamorosa coincidenza o meno, sicuramente desta alcuni sospetti la misteriosa morte del ministro degli Esteri bielorusso, indicato da ultimo come possibile successore di Lukashenko.
Infatti, nessuna notizia precisa è trapelata finora circa le cause del decesso del sessantaquattrenne Vladimir Makei.
Tuttavia un dettaglio non può passare inosservato: il ministro bielorusso era uno dei pochi che aveva preso le distanze dall’influenza russa. E questo potrebbe essere anche un segno.
Nel frattempo, su Twitter il consigliere del ministero dell’interno russo Gerashchenko, non si trattiene e considerata la morte così tanto improvvisa in un momento storico come quello attuale, arriva pure a sostenere che il capo della diplomazia di Minsk possa essere stato avvelenato.
Non sarebbe difatti una novità quella di “eliminare” chi risulta scomodo per il regime del Cremlino.
Vladimir Makei nei giorni scorsi aveva partecipato a una riunione dell’Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva a Erevan e aveva in programma un incontro con il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, lunedì prossimo.
Prima che in Bielorussia scoppiassero le proteste anti-regime nel 2020, il capo della diplomazia era stato tra i promotori di un miglioramento delle relazioni con l’Occidente e aveva criticato la Russia.
Una posizione che aveva rivisto alla luce delle manifestazioni di piazza, da lui considerate ispirate da "agenti occidentali".
Da Mosca sono arrivate le condoglianze della portavoce del ministero degli Esteri, Maria Zakharova, che si è detta «scioccata» dalla notizia della morte.
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