Il Presuntuoso della settimana è il Segretario generale del Partito Comunista Cinese Xi Jinping.
Di Kevin Gerry Cafà
La scorsa settimana è stata caratterizzata dalla decisione del Congresso nazionale del popolo, il ramo legislativo del Parlamento cinese, di adottare la legge sulla sicurezza nazionale di Hong Kong. Tale iniziativa ha creato parecchi problemi all'autorità dell'ex colonia britannica nella gestione delle proteste che, tra domenica e mercoledì, hanno portato all'arresto di oltre 600 persone. La mossa del Congresso nazionale sostenuta anche dal Segretario generale del Partito Comunista Cinese Xi Jinping non è ancora chiara, visto che non si conosco bene i dettagli della proposta. La possibilità di vietare gli atti di sedizione, sovversione e secessione e le interferenze straniere negli affari locali, potrebbe mettere la Cina nella posizione di punire un grosso numero di atti considerati pericolosi dal governo e in grado di alterare la sicurezza nazionale, è un'ipotesi che crea parecchia preoccupazione nel contesto nazionale e internazionale.
Oltre a minare il modello "una Cina due sistemi", la proposta del Congresso nazionale - che verrà analizzata e votata nelle prossime settimane dal Comitato permanente del Partito comunista ed entrare in vigore nel giro di pochi mesi -, assume il carattere di un tentativo di Xi Jinping di porre fine a qualsiasi forma di protesta a scopo di tutelare le libertà della città in base agli accordi che nel 1997 portarono al passaggio dalla sovranità britannica a quella cinese. Inoltre, l'iniziativa cinese ha alimentato la critiche proveniente dagli Usa, visto che - la scorsa settimana - il presidente Trump ha deciso di porre fine al dialogo con l'organizzazione mondiale della sanità (Oms), in relazione alla cattiva gestione della pandemia causata dal Coronavirus, annunciando che la sua amministrazione non considererà più autonoma Hong Kong e revocherà a Hong Kong qualsiasi trattamento preferenziale.
Il monito di un grosso numero di paesi europei, delle Nazioni Unite e di altri attori presenti nel panorama internazionale sulla necessità di preservare libertà e diritti fondamentali, non ha influenzato più di tanto il governo cinese che ha sottolineato la necessità di evitare qualsiasi forma di interferenza esterna negli affari nazionali. Nel frattempo, Trump inizia ad organizzare un fronte anti-cinese che potrebbe radunare già nel prossimo G7 con la presenza anche del presidente della Federazione russa Vladimir Putin.
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