Di Federica Maganuco
Una violentissima esplosione si è verificata oggi pomeriggio nel centro di Istanbul, nell’affollatissima via Istiklal, la quale ha causato diversi morti e feriti, alcuni dei quali in gravi condizioni.
L'attacco infatti ha riguardato un'arteria pedonale affollata, quasi 24 ore su 24, da turisti e passanti, un luogo nel quale hanno sede non solo i negozi più alla moda della città turca ma anche vari consolati, tra cui quelli russo, olandese e svedese. Nelle vicinanze si trovano anche il consolato d'Italia e quello della Gran Bretagna.
Si segue la pista del terrorismo.
Ed invero, secondo le prime indagini effettuate e le prime immagini acquisite, come da dichiarazioni del ministro della Giustizia turco, si tratterebbe di un vile attentato provocato da un ordigno nascosto in una borsa abbandonata da una donna su una panchina.
"Una donna si siede su una delle panchine lì per più di 40 minuti, poi si alza. Un'esplosione si verifica 1-2 minuti dopo che si è alzata. Ci sono due possibilità. O quella borsa ha un meccanismo dentro ed esplode da sola o qualcuno la fa esplodere a distanza. Tutto questo è attualmente oggetto di indagine", ha chiarito Bozdag. L'attentato non sarebbe stato quindi compiuto da una kamikaze, secondo questa ricostruzione e diversamente da quanto emerso secondo le prime indiscrezioni circolate in rete.
"La nostra nazione deve essere sicura che i responsabili di Istiklal saranno puniti come meritano", ha affermato il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, condannando il "vile attentato" in una conferenza stampa poco prima di lasciare la Turchia per dirigersi al vertice del G20 in programma a Bali. E mentre Ankara iniziava a ricevere messaggi di condoglianze da tutto il mondo.
Dopo anni di relativa calma, la strage di oggi riporta alla mente la stagione terroristica che colpì la Turchia, provocando la morte di centinaia di persone, tra il 2015 e il 2016, anno in cui ci fu anche un tentato colpo di Stato, poi sventato, per destituire Erdogan. Anche all'epoca Istiklal fu teatro di una delle stragi, quando il 10 marzo un attentatore suicida si fece saltare in aria davanti all'ufficio del governatore distrettuale, provocando la morte di 5 persone. Attacchi rivendicati o attribuiti all'Isis e a gruppi vicini alla formazione curda armata Pkk - ritenuta terrorista non solo dalla Turchia ma anche dagli Usa e l'Ue - si susseguirono fino alla fine del 2016, quando il 31 dicembre un attentatore, identificato successivamente come un membro dell'Isis, sparò sulla folla durante una festa di capodanno in un locale sul Bosforo uccidendo 38 persone. Da allora, non ci sono più stati attentati in Turchia sebbene il conflitto tra l'esercito turco e i militanti curdi del Pkk non si sia mai arrestato e Ankara abbia arrestato centinaia di membri dell'Isis all'interno del Paese e continua a farlo.
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