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Von der Leyen rischia di far peggio di Juncker sulla questione migranti

Il Presuntuoso della settimana è il presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen


Di Kevin Gerry Cafà


Qualche mese fa, ho scritto che l'operazione europea nel Mediterraneo centromeridionale denominata "IRINI", era uno dei tanti test che la Commissione europea guidata da Ursula Von der Leyen avrebbe dovuto affrontare nel corso del suo mandato.

L'operazione IRINI è il risultato dell'impegno, assunto dai leader dell'UE alla conferenza di Berlino dello scorso 19 gennaio, al fine di assicurare azioni urgenti e concrete per contribuire alla pace e alla stabilità in Libia ma sopratutto di favorire la trasmissioni delle informazioni sulle rotte che hanno causato la morte di migliaia di migranti nel Mediterraneo negli ultimi anni. Gli obiettivi dell'operazione IRINI sono naufragati lo scorso mercoledì quando non si è mosso un dito per salvare le 130 persone annegate al largo della Libia, da due giorni su un gommone in balia dal Mediterraneo in burrasca.

Come molte ONG hanno riportato in questi giorni, le autorità dell'Ue e Frontex sapevano della situazione di emergenza ma hanno negato il soccorso. Ignorate, secondo la denuncia di Sea-Watch International dalle autorità europee e da Frontex, che "hanno negato il soccorso". "Gli Stati si sono rifiutati di salvare i naufraghi", accusa anche l'Organizzazione internazionale delle migrazioni dell'Onu.

Frontex e IRINI sono i più grandi fallimenti in materia di sicurezza di frontiera e costiera accumulati dalla Commissione europea negli ultimi 10 anni. E pensare che per Ursula Von der Leyen era praticamente impossibile riuscire a fare peggio dei disastri della Commissione europea targata Jean Claude Juncker. Adesso, è sulla buona strada.



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