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È tempo di decidere, ministra Lamorgese

Tempi duri per il ministero degli interni. Il Presuntuoso della settimana è il ministro dell'Interno Luciana Lamorgese.


Di Kevin Gerry Cafà


Il maxi sbarco della notte tra sabato e domenica di 370 migranti a Lampedusa ha creato seri problemi di gestione dell’accoglienza dei migranti. Per questo motivo, il Viminale ha annunciato i trasferimenti imminenti dei migranti e altre 3 navi-quarantena - da aggiungere alle altre 2 - verranno messe disposizione già nelle prossime ore. Una vera e propria emergenza che mette in risalto tutte le difficoltà della maggioranza di governo nel prendere una posizione sul tema legato all'immigrazione. Dati alla mano, la maggioranza giallo-rossa è rimasta ferma alla promessa di un anno fa che prevedeva la revisione dei decreti sicurezza voluti dall'ex ministro degli interni Matteo Salvini. Eppure, lo scorso 31 luglio, entrambi i partiti erano riusciti a trovare un accordo sulla cancellazione delle multe spropositate alle navi Ong, l'allargamento della possibilità di accedere alla protezione umanitaria, la revisione del sistema di accoglienza e la possibilità per i richiedenti asilo di iscriversi all'anagrafe comunale. Sostanzialmente, si tornerebbe al caro vecchio sistema degli Sprar che accoglieva sia titolari di protezione umanitaria che richiedenti asilo politico, mediante la creazione di progetti dedicati all'integrazione dei cittadini di stati terzi, che alcune città italiane avevano trasformato in un vero e proprio modello di riferimento anche a livello europeo. Ma è chiaro che i nuovi sbarchi e l'aumento dei casi di Coronavirus in Sicilia, sono due buoni motivi per far pressione su governo e Viminale affinché possa avere una posizione netta e lineare su una tematica che potrebbe nutrire la macchina propagandistica delle opposizioni.


Le indecisioni del governo sulla situazione quasi ingestibile di Lampedusa non possono ricadere sull'amministrazione comunale dell'isola che deve già fare i conti con la gestione di oltre mille migranti. E' chiaro che il modello di accoglienza dei migranti sulle 5 le navi disponibili per consentirne la quarantena non possa durare ancora per molto, visto che si tratta di azioni del tutto improvvisate e a tratti grossolane. Al momento, le diverse iniziative del governo italiano di limitare l'arrivo di navi stracolme di migranti dai paesi del Nord-Africa non hanno prodotto i risultati che molti si aspettavano. A questa situazione di blackout del ministero guidato da ministro Lamorgese, si aggiunge l'esplosione causata dal carburante a bordo che ha distrutto un barcone di migranti approdato ieri mattina a Crotone, provocando tre morti e diversi feriti coinvolti nella tragica vicenda.


Meglio ripartire dai buoni spunti di qualche mese fa sulla gestione dei nuovi flussi migratori verso l'Italia, cercando di convincere la Commissione a mettere al centro della sua agenda anche la questione immigrazione. Già, perché l’attivismo della Turchia in Libia ha messo in riga non solo le ambizioni di un grosso numero di paesi, desiderosi di ritagliarsi delle aree di influenza su un territorio diventato una polveriera negli ultimi anni ma anche la comunità europea, il cui immobilismo è quasi leggenda.


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