Di Federica Maganuco
É proprio di qualche ora fa la notizia che i sostenitori di Bolsonaro hanno preso d’assalto il Congresso brasiliano.
In centinaia, forse migliaia, si sono radunati nell’area parlamentare sudamericana sfondando il blocco istituito dalla Polizia Militare e invadendo la rampa e l'area superiore del palazzo, arrivando fino al tetto.
I media brasiliani riferiscono che i manifestanti hanno portato con loro bastoni e pietre, proprio con l’intento di irrompere presso il Parlamento, distruggere e occupare alcune delle sue sale principali, tra cui quella dell'assemblea plenaria e della Corte suprema.
Le forze dell'ordine hanno tentato invano di respingere gli attacchi, sparando gas lacrimogeni e ordigni stordenti, e ora si stanno preparando per fare irruzione in assetto antisommossa.
I funzionari del governo attendono le forze aeree per lasciare la zona.
Gli attacchi sarebbero dovuti al “mal contento” dei sostenitori dell’ex presidente brasiliano, che non hanno accettato la vittoria del rivale Lula.
Bolsonaro, che non si è mai congratulato con quest’ultimo per la sua vittoria alle elezioni presidenziali, ha lasciato il Brasile il 30 dicembre scorso per recarsi in Florida e ha disertato la relativa cerimonia del passaggio di consegne. Non si hanno notizie di un suo rientro in patria o della sua partenza dagli Stati Uniti.
Le immagini dell’assolto, secondo alcuni, ricordano quelle dell’insurrezione a Capitol Hill di due anni fa, volto ad impedire la proclamazione di Biden.
Anche in questo caso si tratterebbe di una protesta sfuggita di mano o di una insurrezione ben organizzata?
Qualsiasi sia la risposta siamo, comunque, di fronte ad un vero e proprio attacco alla democrazia.
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