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La sfida tra Russia, Turchia e il regime siriano a Idlib

Aggiornamento: 28 mag 2020

Di Kevin Gerry Cafà


Nella notte tra giovedì e venerdì gli esercito russo - che sostiene il regime di Bashar Hafiz al-Asad - e quello turco - schierato con i ribelli anti-Damasco -, hanno dato vita ad una nuova escalation di attacchi con raid aerei e lancio di missili.


L'apice della crisi, si è raggiunta con la morte di circa 33 soldati turchi nel corso dei bombardamenti condotti dall'esercito del regime siriano. La risposta di Ankara e del presidente Recep Tayyip Erdoğan non si è fatta attendere, provocando 16 morti tra i militari di Damasco.

Il capo della comunicazione della presidenza turca, Fahrettin Altun ha chiesto alla comunità internazionale di agire per proteggere i civili e imporre una no-fly zone sulla regione di Idlib nel nord-ovest della Siria. Per il momento, dall'Ue arrivano solo le dichiarazioni di circostanza dell'Alto rappresentante Ue Josep Borrell sulla necessità di interrompere immediatamente l'escalation in corso a Idlib.


Cronache siriane


La vicenda che vede protagonista la città di #Idlib - situata nella Siria nord-occidentale, al confine con la Turchia - è il simbolo di una cattiva gestione della crisi siriana da parte degli attori impegnati in un conflitto interminabile. Da questa città passa una buona parte della politica estera turca del nuovo anno, indirizzata verso la sostituzione dei curdi che vivono in quel territorio con i profughi siriani che da molto tempo si trovano nei campi di confine costruiti dal governo di Ankara.

La strategia turca presenta delle problematiche evidenti che creano una serie di tensioni difficili da risolvere e decifrare.

Le persone che vivono sul territorio di Idlib - che somiglia ad una colonia turca - sono dei combattenti, attivisti e famiglie che si oppongono ad #Assad. A tal proposito, qualora la l'idea del Reis dovesse naufragare, gli abitanti di quell'area difficilmente accetterebbero di tornare sotto il controllo del regime. Allo stesso tempo, è necessario per Russia e altri attori internazionali, impedire che venga riproposta la stessa situazione presente nella Repubblica Turca di Cipro del Nord occupata e controllata dall'esercito turco dopo l'invasione turca di Cipro.


L’obiettivo di #Erdogan è anche quello di isolare e dividere i gruppi più estremisti che dalla sua conquista controllano una parte della città - Hay’at Tahrir al-Sham, organizzazione che si ispira ad Al Qaeda - al fine di instaurare una struttura moderata che faccia riferimento allo stato turco. E' chiaro che le mire espansionistiche della Turchia si scontrano con la volontà di Assad di guadagnare terreno sui ribelli e il controllo della città di #Idlib, che potrebbe essere la vetrina ideale per il rafforzamento del regime agli occhi dei suoi sostenitori.



Non è il caso di sottovalutare anche la possibilità di una nuova ondata di profughi siriani verso il confine turco, che potrebbe coinvolgere anche l'Ue. Infatti, i media turchi e un alto funzionario anonimo del governo parlano della possibilità di non chiudere i confini ai rifugiati che vogliono andare in Europa.

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