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Rischio isolamento

Aggiornamento: 4 mag 2020

Il Presuntuoso della settimana è il generale dell'esercito nazionale libico Khalifa Haftar


Di Kevin Gerry Cafà

Nelle settimane precedenti, molti analisi hanno riflettuto sulla teoria del disgelo dei conflitti tra gli attori internazionali in periodo di pandemia. Questa singolare configurazione non trova riscontro se prendiamo in considerazione le violazioni di accordi conclusi per lo Yemen e la Libia: teatri di lunghissime escalation di violenze che hanno in comune le fortissime influenze esterne di altri paesi.

La decisione di Haftar di auto-designarsi alla guida della Libia e l'attacco delle sue milizie ad un insediamento civile nella regione di Zenata, a sud Tripoli, hanno riacceso le diverse anime che inondano il paese di violenza da parecchi mesi, nonostante i ripetuti appelli alla tregua umanitaria della comunità internazionale per il mese di Ramadan. Le dichiarazioni di Haftar hanno provocato la reazione del governo di accordo nazionale libico di Tripoli che ha condotto una serie di raid aerei nell'ovest del paese, colpendo la base di Al Wattiya e veicoli di terra appartenenti alle milizie del leader della Cirenaica. La presa di posizione è stata condannata da Italia, Onu, Stati Uniti ma anche da un Paese come la Russia tradizionalmente allineato al generale.




Le iniziative del generale riaprono il dibattito sul suo status di interlocutore affidabile per un cessate il fuoco permanente nel paese. Nel suo discorso, il generale ha precisato che porrà fine all'accordo del 2015 firmato a Skhirat tra i rappresentati del Congresso di Tripoli e quelli della Camera di Tobruk, che prevede la creazione del governo di accordo nazionale su proposta delle Nazioni Unite. Nel suo discorso, il generale ha precisato che porrà fine all'accordo del 2015 firmato a Skhirat tra i rappresentati del Congresso di Tripoli e quelli della Camera di Tobruk, che prevede la creazione del governo di accordo nazionale su proposta delle Nazioni Unite. Inoltre, le iniziative del generale nel paese mettono in discussione i 55 punti condivisi dai paesi seduti al tavolo dei negoziati al Congresso di Berlino lo scorso. La bocciatura della Russia e degli paesi che supportano Haftar - fin dall'inizio della sua marcia verso Tripoli - potrebbe indebolire la figura del generale che ha come obiettivo la conquista di Tarhuna: ultima roccaforte a sud est della capitale che tiene in piedi Tripoli dall'assedio delle milizie.


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