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Un passo oltre il senatore Pillon

Il Presuntuoso della settimana è il leghista Simone Pillon

Di Kevin Gerry Cafà


Il Ddl Zan è il disegno di legge che porta il nome del deputato Alessandro Zan, esponente della comunità LGBT italiana. Il disegno di legge si basa sulle “Misure di prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità” e lo stanziamento di quattro milioni di euro all’anno per il contrasto al fenomeno. Le pene previste per chi violerà questa legge sono severe: dalla reclusione fino a un anno e 6 mesi per chi istiga o commette atti di discriminazione contro le categorie citate, fino ai 4 anni di reclusione per chi partecipa o favorisce le organizzazioni, le associazioni, i movimenti, i gruppi che hanno lo scopo, o uno degli scopi, nell’incitamento alla discriminazione o alla violenza sulle suddette categorie. Una sorta di mini rivoluzione messa nero su bianco che potrebbe porre un argine alle migliaia di vittime con cui il paese deve fare i conti. Sostanzialmente, l'Italia potrebbe punire in maniera ancora più severa il linguaggio che può istigare alla discriminazione e alla violenza contro gay, lesbiche e transgender.


Al Ddl Zan si sono opposti Lega e Fratelli d’Italia, poiché non ritengono necessaria una legge ad hoc contro atti e manifestazioni violente e discriminatorie fondate sull’identità sessuale e di genere. Il disegno di legge ha già subito un rinvio al Senato, proprio a causa di tale opposizione. Il senatore della Lega Simone Pillon è stato tra i primi a festeggiare il rinvio del ddl Zan, parlando di norme ideologiche, inutili e divisive. Quasi a snobbare una sacrosanta battaglia per i diritti degli uomini e le donne al fine di ridurla a qualcosa di superfluo ed inessenziale. Opinioni queste, che, oltre a manifestare un tipo di mentalità profondamente chiusa, bigotta, rigida e anacronistica, non hanno nulla a che vedere con i contenuti del decreto legislativo. Classico atteggiamento di una destra che non affronta seriamente temi di questa portata politica e sociale ma che utilizza gli stessi per oliare la propria macchina della propaganda a basso costo. Le parole del senatore hanno scatenato la reazione di politici, giornalisti, cantanti e professionisti dello sport: uniti per scrivere una pagina importante in tema di diritti.

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